Sono queste le città italiane in cui i cittadini possono arrivare a guadagnare stipendi d’oro. Forse la classifica ti sorprenderà.
L’Italia, paese dalle mille sfaccettature culturali e economiche, mostra anche nel 2023 una significativa varietà nelle retribuzioni percepite dai lavoratori del settore privato. La decima edizione del Geography Index dell’Osservatorio JobPricing ha rivelato dati interessanti e qualche sorpresa riguardo le aree geografiche dove si guadagna di più.
La Lombardia si conferma regina indiscussa delle retribuzioni italiane con un indice che supera il valore medio nazionale, attestandosi a 108,2 punti. Questo dato non sorprende considerando il ruolo di Milano come cuore finanziario e industriale del Paese. Ma quali sono le altre città “premiate”?
Milano primeggia tra le province, ma ecco la top 3
Seguono il Lazio e il Trentino-Alto Adige, quest’ultimo rappresentando una novità rispetto agli anni precedenti per la sua posizione sul podio. Queste regioni offrono opportunità lavorative diverse ma ugualmente remunerative, dimostrando come l’attrattività economica non sia confinata solo al nord Italia.
Nella classifica provinciale emerge chiaramente Milano con una Retribuzione Globale Annua media di 37.661 euro, segno della forte concentrazione di aziende multinazionali e opportunità professionali nel capoluogo lombardo. Bolzano e Trieste seguono rispettivamente al secondo e terzo posto, scambiandosi le posizioni rispetto all’anno precedente. Queste realtà dimostrano come anche fuori dalle grandi metropoli si possano trovare condizioni lavorative vantaggiose.
Un aspetto particolarmente interessante emerso dall’analisi è che alcune province minori mostrano livelli retributivi superiori ai loro capoluoghi di regione. Esempi notevoli sono Bolzano, Belluno, Terni e Benevento che evidenziano come le opportunità ben remunerate non siano esclusiva delle grandi città ma possano essere trovate anche in aree meno prevedibili del Paese grazie anche alla crescente diffusione del lavoro remoto. Una nuova opportunità che apre le porte a un mercato del lavoro molto diverso da quello tradizionale.
Nonostante la predominanza del Nord Italia in termini di retribuzioni elevate – fenomeno storicamente radicato nella maggiore industrializzazione dell’area – emergono segnali positivi dal Sud Italia. Le province meridionali stanno riducendo gradualmente il divario retributivo rispetto a quelle settentrionali, indicando un lentissimo ma costante processo di ricomposizione economica che potrebbe portare a una maggiore equità territoriale nel lungo termine. Che la situazione possa ribaltarsi in un prossimo futuro? Per ora è davvero impossibile dirlo.